Ozono e foreste in Trentino
Anno edizione: 2012
Pagine: 144
Disciplina: Ecologia
Tipologia di materiale: Monografia
L'ozono troposferico (O3) è attualmente ritenuto uno dei più pericolosi inquinanti gassosi in Europa ed altrove ed un considerevole numero di studi indica un suo ruolo importante in relazione a questioni come cambiamenti climatici, salute umana, effetti sulla vegetazione. Il progetto Ozone EFFORT (Ozone Effects on FORests in Trentino) è stato disegnato sul periodo 2007-2011 per rispondere in maniera esplicita a tre domande:
1. C'è un rischio potenziale per la vegetazione in Trentino dovuto all'ozono?
2. Ci sono sintomi specifici sulla vegetazione, correlabili all'ozono?
3. Ci sono effetti sulla salute e sugli accrescimenti degli alberi imputabili all'ozono?
Le indagini condotte hanno riguardato (i) misurazioni di ozono mediante dosimetri passivi condotte su una rete sistematica su tutta la provincia; (ii) modellistica per stimare le concentrazioni e l'esposizione ad ozono della vegetazione per l'intera superificie provinciale ed i flussi stomatici nel sito di Passo Lavazè; (iii) indagini sui sintomi fogliari su bioindicatori specifici introdotti (Nicotiana tabacum L. Bel-W3) e spontanei (Viburnum lantana L.) e sulla vegetazione forestale in genere; (iv) analisi statistica dei dati di defogliazione ed accrescimento degli alberi forestali nei siti trentini di monitoraggio di Livello I e II (Passo Lavazè). Tutte le indagini sono state condotte secondo procedure di qualità dei dati. I risultati evidenziano che in provincia di Trento sono presenti concentrazioni elevate di ozono che determinano livelli di esposizione eccedenti i limiti EU e UNECE sul 76-95% della superficie (a seconda del limite considerato). Anche la stima dei flussi stomatici effettuata per Passo Lavazè evidenzia livelli nettamente superiori a quanto considerato dannoso per la vegetazione dai manuali
UNECE. I sintomi rilevati su bioindicatori specifici (introdotti e spontanei) sono risultati proporzionali ai livelli di ozono, ma le relazioni sono sempre complesse ed evidenziano il ruolo degli altri fattori ambientali, come il sito di misura, la temperatura e l'umidità. Invece, le specie forestali osservate nei siti di Livello I e II della rete UNECE ICP Forests non hanno mai mostrato sintomi specifici attribuibili all'ozono. Nel corso della stagione vegetativa, sulle specie forestali - in particolare latifoglie - è stato tuttavia registrato un aumento dei sintomi fogliari di altra natura (biotica ed abiotica) più marcato
presso i siti con maggiore esposizione all'ozono. I risultati dello studio su defogliazione ed accrescimento rilevati sulla rete UNECE ICP Forests di Livello I e II mostrano che - per i siti esaminati e nel periodo considerato - i fattori sito, danni di varia natura biotica ed abiotica e rapporto fogliare N:K sono statisticamente significativi nello spiegare la defogliazione e che i fattori rapporto fogliare N:Mg e diametro degli alberi (utilizzato come proxy per l'età) sono statisticamente significativi nello spiegare l'accrescimento. L'ozono non è mai risultato un fattore significativo per spiegare accrescimento e
defogliazione. L'apparente contraddizione tra elevate concentrazioni, esposizione e flussi ed i limitati effetti rilevati sulla vegetazione può forse dipendere (i) dall'inadeguatezza dei livelli critici stabiliti per la protezione della vegetazione, (ii) dalla presenza di forme di adattamento da parte delle piante alle alte concentrazioni di ozono, (iii) dalla scarsa sensibilità e/o specificità degli indicatori di risposta utilizzati o (iv) dalla necessità di integrare il set di dati da analizzare con altre sorgenti di informazione e su scala temporale più ampia.
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