La storia della vite in Trentino, dalla preistoria alla modernità

E' disponibile il volume realizzato dalla Fondazione Mach e dall'Accademia Italiana della Vite e del Vino

La storia della vite in Trentino, dalla preistoria alla modernità

Martedì, 22 Gennaio 2013

 (j.t.) La storia della vite, in Trentino, affonda le radici lontano nel tempo. Vi sarebbero tracce che riportano fino all’Età del Bronzo. Si capisce, quindi, il legame profondo che c’è tra il popolo trentino e la viticoltura. Di questo parla il libro “Storia regionale della vite e del vino in Italia – Trentino”, realizzato dall’Accademia italiana della Vite e del Vino in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach e che è stato presentato giovedì 20 dicembre a Palazzo Roccabruna.

 

Non a caso è stata scelta l’Enoteca provinciale per presentare un volume che rappresenta un autentico viaggio attraverso le epoche storiche, dalla preistoria alla modernità, alla scoperta della viticoltura trentina. Molte le firme note che hanno messo a disposizione le loro conoscenze per la realizzazione del libro, che arricchisce la prestigiosa collana curata dall’Accademia italiana della Vite e del Vino e che ha coinvolto diverse regioni del Paese. Nello specifico, Gianni Ciurletti, Franco Marzatico, Gianni Marcadella e Andrea Leonardi hanno tratteggiato - tra gli altri - la parte storica, mentre Attilio Scienza e Francesco Spagnolli - solo per citarne alcuni - si sono occupati di quella più tecnica, spiegando lo sviluppo della viticoltura moderna in Trentino o la spumantistica. Un viaggio tra tradizione e innovazione, tra storia e attualità, tra spumanti, vino santo, grappa e acquavite. Il tutto introdotto da Antonio Calò, Presidente dell’Accademia italiana della Vite e del Vino, e con la prefazione curata dal Presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai.

 

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Il libro, disponibile alla vendita, è stato presentato il 20 gennaio scorso con un evento culturale aPalazzo Roccabruna. 

 

L’evento è stato anche l’occasione per dare risalto ai vini trentini premiati quest’anno con i “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso.